Una delle difficoltà nell’allenamento dei giovani portieri è quella di riuscire ad insegnare la tecnica riuscendo a far divertire i ragazzi.
La componente del divertimento è fondamentale almeno per i ragazzi fino ai 14-15 (ma non deve essere assolutamente trascurata neanche per i portieri di una prima squadra…), se essi non si divertono durante le sessioni di allenamento perderanno abbastanza rapidamente la voglia di allenarsi.
Il preparatore dei giovani portieri deve quindi riuscire a stimolare continuamente i propri allievi, con esercizi sempre nuovi (fondamentale il continuo aggiornamento) e con esercizi che abbinino la tecnica a situazioni divertenti.
Quali sono allora gli accorgimenti che un preparatore può adottare per riuscire a raggiungere l’obiettivo di far migliorare i propri ragazzi facendoli nel contempo divertire?
1) Lavorare in gruppi di lavoro con ragazzi di età il più possibili omogenee, durante il periodo di crescita piccole differenze di età comportano grandi differenze fisiche e psicomotorie, se si fa lavorare un ragazzo di 15 anni con uno di 3-4 anni più giovane si rischia di farlo annoiare e non spingerlo a migliorarsi.
2) Lavorare con gruppi di almeno 3-4 portieri, cercando di farli interagire il più possibile tra loro (per esempio facendo esercizi che coinvolgano contemporaneamente tutti i ragazzi) e stimolarli a confrontarsi, senza però creare un’eccessiva rivalità.
3) Insegnare la tecnica a piccole dosi, la parte di tecnica pura è fondamentale e non può assolutamente essere trascurata, ma spesso risulta essere noiosa, soprattutto per i più giovani, è quindi necessario non annoiare i portieri con sedute di tecnica troppo lunghe, l’ideale sarebbe fare esercizi di tecnica pura per un massimo di 15-20 minuti a seduta, ma ripeterle durante la settimana.
4) Proporre esercizi per la capacità propriocettiva abbinati alla parata o all’uscita, questo tipo di abbinamento risulta particolarmente divertente anche per i più giovani in quanto il gesto tecnico viene abbinato a stimoli esterni (visivi o uditivi) attraverso l’utilizzo di conetti o palloni colorati o impulsi auditivi.
5) Utilizzare attrezzatura alternativa, come palloni da rugby, palline da tennis o frisbee. attraverso questo tipo di attrezzatura il giovane portiere verrà incuriosito e stimolato e si potranno allenare in modo accurato alcuni aspetti particolari (ad esempio attraverso l’utilizzo del frisbee si può simulare la traiettoria di un pallone spostato dal vento, con il pallone da rugby si può allenare l’atleta ad intervenire su un pallone che rimbalza in modo anomalo).
6) Infine, è importante che il preparatore utilizzi la propria fantasia per inventare esercizi nuovi, evitando di rendere abitudinarie le sedute di allenamento, e si confronti con i propri portieri per capire in che modo si possano migliorare le sedute di allenamento secondo le loro caratteristiche.
Assolutamente d’accordo con quanto esposto nei vari punti ma oserei aggiungere competenza da chi propone le esercitazioni. Non và dimenticato che lavorare con profitto nei settori giovanili è complesso e richiede chiarezza propositiva per il raggiungimento dei vari obiettivi. Molto e troppo spesso si vedono persone inadatte lavorare con giovani portieri…..a tutti i livelli !!
Assolutamente d’accordo con quanto detto Stefano, è importante il costante e continuo aggiornamento, bisogna essere sicuri di cosa si va a proporre e soprattutto che i ragazzi che si allenano ne traggano beneficio!
Bene Mario siamo perfettamente in linea con quello che sono i miei pensieri.Innanzi tutto dobbiamo far divertire i ragazzi incluso l’accurato potenziamento della tecnica.Sai meglio di me che oggigiorno la dote non serve non è fondamentale perchè con il gisto esercizio si migliora costantemente.Un saluto
sono annch’io daccordo con i vari commenti, ma potrei aggiungere dicendo che deve essere prima il preparatore a far si che il portiere si diverta. faccio un esempio a volte stesso il preparatore può anche lui immedesimarsi in una situazione di gioco e fargli vedere cosa avrebbe fatto lui, io lo sto vivendo perchè è un anno che non gioco a calcio ma sto allenando dei ragazzi di 15 e 16 anni e sto sfruttando tutte le mie conoscenze e tutti i consigli da cui posso attingere.