Lezione 2 – “La Coordinazione nel giovane portiere”

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LA COORDINAZIONE

Nell’allenamento dei portieri la coordinazione è una sorta di funzione organizzatrice del movimento che avviene grazie all’acquisizione e alla rielaborazione delle informazioni in arrivo dal proprio corpo e dal mondo esterno (spazio e tempo), possibili grazie  all’attivazione degli organi percettivi (tatto, vista, udito, cinestesi).

Parlare di coordinazione significa occuparsi dei principi che sono alla base dell’organizzazione del movimento e riconoscere gli elementi che concorrono all’acquisizione di un gesto tecnico o di qualunque altro tipo.

Queste considerazioni c’inducono a pensare che insegnare un gesto tecnico non può rappresentare l’inizio di un approccio didattico ma, al contrario, deve essere la meta ultima di un apprendimento teso al miglioramento della funzione di coordinazione.

Coordinazione Globale

Camminare, correre, saltare, cadere a terra, sono abilità di tipo semplice che ogni individuo può compiere ogni qual volta effettua un movimento.

Per il portiere, invece, sono prerequisiti essenziali per saper interpretare al meglio il proprio ruolo. l’attività di coordinazione globale, permette al portiere di utilizzare e migliorare queste abilità coordinative.

Le esercitazioni sono di tipo molteplice e inducono il portiere a sperimentare vari tipi di corsa, salto, controllo della palla e del corpo per arrivare a terra, predisponendolo ad utilizzare, successivamente abilità più specifiche quali quelle legate a movimenti di coordinazione associata e dissociata degli arti superiori ed inferiori.

Coordinazione degli arti superiori ed inferiori

Il portiere utilizza gli arti superiori ed inferiori per ricevere e lanciare e calciare la palla, coordinarsi per correre, eseguire salti e cadere a terra.  Le esercitazioni consentono di porre l’attenzione ad una serie di situazioni che ne favoriscono il miglioramento del controllo, percependo il movimento delle articolazioni e dei segmenti corporei, e l’attività dei distretti muscolari chiamati in causa.

L’uso di oggetti di vario tipo, forma e dimensione, la continua proposizione di situazione nuove, permettono al portiere di mantenere alta  l’attenzione su se stesso e lo inducono a riorganizzare continuamente il movimento proprio come avviene durante la partita. Così anche le situazioni di errore sono vissute come momento di apprendimento e superate grazie all’attività percettiva che permette un continuo affinamento del gesto.

Lavorare con un oggetto o due , grande o piccolo, da soli o con un compagno, costringe ad una continua riorganizzazione delle informazioni in arrivo dal corpo e al corpo. Il portiere modifica la propria gestualità adattandosi a situazioni diverse e a ritmi differenti di lavoro, a spazi più grandi o più piccoli, alle risposte dei compagni, migliorando continuamente la gestione del proprio corpo.

QUALITÀ DEL MOVIMENTO

Resistenza, forza, velocità e mobilità articolare sono qualità motorie di supporto al movimento che assumono, per ogni atleta, un’importanza fondamentale  al fine di  permettergli di esprimere la gestualità propria dello sport praticato. Queste qualità, con il progredire dell’età, dagli 11 anni circa in su, assumono un ruolo importante nell’allenamento del portiere.

Il nostro atteggiamento didattico, rispetto ad esse,  rimane comunque lo stesso, ovvero quello di favorire, in ogni caso, la consapevolezza di chi si allena rispetto agli effetti che il movimento ha su di sé, in modo tale da rendere partecipi i portiere del proprio processo di apprendimento.

Resistenza

La resistenza è quella qualità motoria capace di permettere all’individuo la possibilità di protrarre, nel tempo, la propria azione facendo fronte all’insorgere della fatica di tipo .

E’ difficile, però, parlare per il portiere di lavoro sulla resistenza in quanto, la specificità del ruolo, non ne richiede mai un utilizzo particolare se non per supportare le numerose esercitazioni di tipo tecnico che esso compie durante l’allenamento. Ci piace perciò pensare che le esercitazioni a proposito di essa siano tutte quelle proposte in qualunque fase dell’allenamento.

La nostra proposta invece, rispetto all’allenamento sulla resistenza, pone l’attenzione ad alcune situazioni di lavoro, utili al riconoscimento della funzione cardiorespiratoria per permettere al portiere di conoscere e saper utilizzare tale funzione nelle varie fasi del lavoro, controllando l’intensità dello sforzo, agendo sulla respirazione e sull’intensità dell’attività che stà svolgendo.

Alcune esercitazioni utili al controllo delle frequenze cardiache e respiratorie sono adatte a questo scopo così come quelle  che predispongono ad un’attività respiratoria attenta e prolungata nella fase di inspirazione ed espirazione.

Forza

La forza si identifica nella capacità di un individuo di contrastare una resistenza utilizzando contrazioni di tipo muscolare. le tipologie di forza utilizzate dal portiere sono essenzialmente di due tipi.

forza resistente: sollecitabile già nei bambini di 10 -11 anni. è in questa fase, infatti, che la stessa può essere incrementata in modo notevole, utilizzando, sia ben chiaro, sempre esercitazioni a carico naturale. la forza resistente rappresenta un ottima base per lavorare, successivamente, con atleti più grandi di 13-14 anni, su un altro tipo di forza, quella veloce.

forza veloce: è il tipo di forza utilizzata in modo specifico dal portiere per saltare, lanciare, calciare. le proposte di lavoro fatte allo scopo di migliorarne le caratteristiche, asseconderanno le gestualità e i movimenti che il portiere utilizza nel gioco, discostandosi  da metodiche di allenamento tese al solo sviluppo della massa muscolare.

Velocità

La velocità rappresenta la qualità motoria che esprime la capacità di compiere azioni nel minor tempo possibile, possiamo classificare la velocità nel modo seguente;

Velocità di reazione complessa, tipica dei giochi di squadra dove l’atleta è chiamato, al fine di intervenire in modo funzionale alla situazione, ad elaborare le informazioni di tipo visivo ed uditivo in arrivo al corpo, tattili e cinestesiche provenienti dal corpo.

Ad esempio, è il caso del portiere quando deve effettuare un’uscita alta nella quale occorre tener presente la posizione dei giocatori avversari e dei compagni di gioco, la distanza della palla, la sua velocità, la direzione e la traiettoria che essa assume.

In questo caso, il portiere deve operare scelte e prendere quella migliore adatta alla situazione. questo tipo di velocità è allenabile, in quanto il tipo di gestualità utilizzata per realizzare il gesto è frutto della miglior padronanza di movimenti dell’atleta, lavorando, quindi, sulla conoscenza del proprio corpo, vengono resi automatici dei movimenti che, quando la situazione lo richiede, possono essere realizzati in modo veloce ed automatico.

Velocità gestuale, è rappresentata dall’abilità di compere un gesto alla massima velocità.Il  portiere, ad esempio, la utilizza quando deve lanciare o calciare la palla per una ripartenza del gioco oppure, quando deve eseguire un salto verso l’alto. questo tipo di velocità è allenabile lavorando sugli aspetti coordinativi che caratterizzano il gesto.

Velocità di accelerazione e decelerazione utilizzata nel calcio e in altri sport di squadra, essa è       rappresentata dall’abilità di adattarsi a situazioni mutevoli che si realizzano durante il gioco.

Mobilità Articolare  

Per definizione, la mobilità articolare rappresenta l’ampiezza di un movimento. l’allenamento di questa qualità ha la funzione di mantenere e migliorare l’elasticità muscolare per garantire ai segmenti corporei la miglior ampiezza di movimento possibile. Allenare la mobilità articolare significa insegnare ad agire sulla respirazione, per favorire il rilasciamento muscolare;

vuole dire proporre esercitazioni che richiamano le gestualità tipiche dell’attività sportiva praticata; equivale all’idea di rendere i propri atleti consapevoli della propria gestualità e insegnargli ad utilizzarla secondo le più efficaci ampiezze.

Va ricordato, inoltre, che l’allenamento della mobilità articolare aiuta nella prevenzione degli infortuni di tipo muscolare e favorisce il miglior recupero dopo un intenso allenamento o gara.

Nelle esercitazioni sulla mobilità articolare è opportuno tener presente i seguenti principi.

  •  assumere posture precise, al fine di evitare l’intervento di gruppi muscolari non interessati all’esercitazione.
  • effettuare esercitazioni senza mai raggiungere la soglia del dolore.
  • mantenenere le posture raggiunte per tempi di circa 30” prima di un ulteriore allungamento.
  • effettuare le esercitazioni controllando la respirazione, eseguendo atti respiratori prolungati, effettuando, nella fase espiratoria, un ulteriore allungamento.
  • esercitare sia i muscoli agonisti sia gli antagonisti.
  • effettuare le esercitazioni non a freddo.

E’ bene ricordare che le attività di allungamento muscolare devono essere svolte sotto l’attento controllo dell’allenatore, per evitare che gli atleti possano assumere posture scorrette e al fine di utilizzare i giusti tempi di lavoro e il corretto intervento della respirazione.

CONSIDERAZIONE FINALE

Il calcio rappresenta, per tutti i bambini e ragazzi che lo praticano un ambito di crescita personale e sportiva importante. L’allenatore, a questo proposito, ha grandi responsabilità in quanto è chiamato ad assecondare, al meglio,questo percorso.

Perché ciò possa accadere è necessario che egli possegga le conoscenze teoriche del progetto di allenamento che propone e abbia le risorse umane per condividerlo con i propri atleti.

Un allenatore capace, infatti, non è colui che conosce solo tanti esercizi ma, chi sa individuare i bisogni dei propri atleti dal punto di vista sportivo ed affettivo ed è capace di stimolare ciascuno a raggiungere il massimo livello di abilità possibile per se stesso e, nello stesso tempo, colui che sa rispondere in modo adeguato ai momenti di difficoltà che ogni atleta incontra,

a questo proposito, nel gioco del calcio, il portiere, proprio per il ruolo che occupa, forse rappresenta in assoluto il giocatore che ha bisogno, più degli altri, di instaurare un rapporto di reciproca fiducia con compagni ed allenatore e se stesso.

La nostra convinzione è che solo un forte equilibrio tra le componenti tecniche, motorie, cognitive e le risorse affettive permette al portiere di mettere le mani sulla palla in modo sicuro. Spetta all’allenatore il compito di fare in modo che ciò possa succedere.

Articolo a cura di Ermes BERTON preparatore dei portieri professionista.

Commenti

2 Comments

  1. Aurelio Ottobre 23, 2015
  2. Mario Vella Ottobre 23, 2015

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